mercoledì 29 ottobre 2014

IL PECCATO ORIGINARIO DI DIO


IL PECCATO ORIGINALE DI DIO

ATTO DI ACCUSA CONTRO DIO



Il peccato originale di Dio è la fonte del male nel mondo



Il Dio creatore non può essere prosciolto, davanti al tribunale umano, dell’addebito di essere Lui la genesi del male che grava sull’uomo e sul mondo. Lui è colpevole delle calamità naturali e delle infermità, spirituali e materiali, che incombono sull’umanità. In lui ha origine la violenza perpetrata dal genere umano, creato a sua immagine e somiglianza. Lui, perfettissimo onnisciente onnipotente, è colpevole di aver lasciato indifesi i nostri primi avi dalla malvagità di Satana, sua creatura. Lui, sommamente buono, è colpevole di aver consentito che la perfidia di Satana rovinasse l’ingenua felicità paradisiaca di Adamo ed Eva, pur essendo consapevole della loro debolezza. Dio si mostrò persino invidioso, quando constatò ciò che già preconosceva, cioè la perdita dell’innocenza (ingenuità) delle sue creature, che mangiando il frutto proibito acquisirono coscienza di ciò che è bene e di ciò che è male, divenendo così simili a Lui. Poi, temendo che potessero mangiare anche il frutto della vita e vivere in eterno, decretò che fossero scacciati dal Paradiso con la fiammante spada dei Cherubini, suoi servi. Adamo ed Eva furono esiliati sulla Terra a scontare una perpetua punizione, riversibile anche alla loro incolpevole discendenza (non fino alla terza o quarta generazione), consistente in sofferenze, infelicità e morte.

L’Essere supremo, onnisciente e onnipotente, aveva già preconosciuto anche l’atto di ribellione di parte degli angeli capeggiati da Satana, che da servi ubbidienti divennero malefici. Egli, pur castigandoli con la pena dell’eterna dannazione nell’Inferno, ha inspiegabilmente loro permesso, giacché spiriti depravati, d’insidiare la debolezza umana, inducendola al male.

L’Onnisciente è quindi imputabile di grave negligenza di omissione per non aver impedito, potendolo prevedere con certezza assoluta, un evento prevenibile. La colpa di Dio è di somma gravità, perché ha voluto che accadesse ciò di cui era conscio che sarebbe accaduto. Egli, Dio provvido, è corresponsabile delle azioni malvagie compiute e dai demoni e dagli uomini. A nulla varrebbe sminuirne la colpevolezza, adducendo a sua discolpa il fatto di aver contrapposto ai demoni gli angeli buoni, coadiuvanti degli esseri umani nella lotta contro le sataniche insidie.

A nulla servirebbe giustificarlo, contrapponendo a Lui, Dio buono, apportatore di salvezza, un Essere maligno, antagonista, di pari potenza, originario, increato, eterno, cui addebitare ogni potenza malefica (principio dualistico). Né può essere assolto, sostenendo che non ha voluto interferire sulla libertà d’arbitrio che ha concesso a uomini e angeli, giacché è responsabile di aver permesso l’esistenza del male, che invece si vuol rimettere alla libera volontà delle sue creature razionali, immeritevoli della fiducia che Egli ha riposto in loro. Infatti, pur ammettendo la responsabilità di ciascun uomo e di ciascun angelo ribelle, non possiamo escludere la responsabilità di Dio per grave volontà di omissione, dato che, volendo e potendo scongiurare un prevedibile infausto evento, nulla ha fatto per impedire che accadesse.

La responsabilità per omissione addebitabile a Dio non trova attenuanti nella sua sconfinata misericordia di redenzione (peraltro negata agli angeli ribelli) a favore degli immeritevoli uomini, spinta fino a sacrificare se stesso con il supplizio della croce tramite il corpo del Figlio Unigenito. Della divina redenzione, però, potrà beneficiarne solamente chi crederà nel Verbo incarnato, riscattando la sua colpa ereditaria mediante un sacro lavacro purificatorio, istituzionalizzato dalla Chiesa nel sacramento del battesimo. Ciò nonostante, l’uomo non è totalmente sanato dalla sua inclinazione al male, ereditata dal peccato originale, complice la seduzione del Maligno, solerte nell’attuare la distruzione delle opere di Dio, avendone il suo beneplacito.

Irrilevante è cercare di sostenere l’innocenza di Dio, presentandolo come l’Essere sommamente buono a cui non può essere addebitata la genesi del male, che è privazione del bene, e quindi riferibile a chi non vuole conseguire il bene. Ne consegue che la genesi del male sarebbe da addebitare al libero volere delle creature razionali, alla loro “mala voluntas”, alla loro incapacità a volere il bene. In tal modo, però, si sottovaluta l’originaria grave responsabilità di Dio, causa prima della causa del male.

I nostri primi avi, prima che conseguissero coscienza del bene e del male, erano sprovvisti di libero arbitrio, perciò non può essere loro addebitata alcuna colpa. La giustizia di Dio, inoltre, è iniqua, perché fondata sulla disparità di trattamento. Dio, infatti, concede a suo arbitrio la grazia giustificatrice, condannando all’eterna dannazione angeli satanici e quella parte dell’umana gente, non predestinata alla salvezza, contaminata dalla colpa originale, perciò passibile di pena.

A sua difesa si sostiene che se nessuna creatura, che si ribella a Dio, meriti il suo perdono, la grazia giustificatrice a beneficio di taluni è un dono gratuito elargito dalla divina bontà. Cosicché, la condanna irreversibile per gli altri, che non beneficiano della salvezza, sarebbe ascrivibile alla giustizia divina, non essendo dovuta la sua misericordia. Neanche, però, Dio si aspetti riconoscenza da chi subisce l’iniquo giudizio. Se la fede e la grazia sono doni che Dio elargisce a suo arbitrio a chi più gli è gradito, iniqua è la sua giustizia, il dare agli uni (gli eletti) e il rifiutare agli altri (i dannati) a parità di condizioni. Come un sadico dittatore, con il suo incomprensibile e arbitrario disegno salvifico, Dio gode nel vedere la tribolante umana gente, trepidante per l’incertezza della propria sorte.

La totale subalternità dell’uomo alla assoluta assolutezza di Dio si configura in un determinismo senza scampo. Il divenire della vicenda umana è già preconosciuto e deciso secondo l’insindacabile giudizio di Dio. Il Previgente e Onnipotente ha già prefissato come il tutto dovrà avverarsi, indipendentemente da ogni determinazione dei singoli esseri umani, la cui vicenda terrena risulta già programmata dal volere divino.

Nella logica della predestinazione, tutto dipende da Dio: ciò che dovrà accadere e ciò che non dovrà accadere. Ne consegue che la libertà umana di agire nel bene o nel male è pura finzione, essendo già preconosciuta dal Dio creatore, che “ab aeterno” ha la prescienza di ciascuna decisione umana. Egli, pur preconoscendo chi vorrà peccare, permette che ciò avvenga, né si premura per scongiurare che ciò accada.

Dio onnisciente è quindi responsabile di ogni malefico accadimento, poiché non provvede a evitare il male in virtù della sua onnipotenza e della sua assoluta bontà. La colpa di Dio consiste nel suo volere omissivo, giacché non interviene in soccorso di chi è predestinato all’eterna dannazione. A nulla vale la sua pretesa onnipotenza, essendo prigioniero della sua stessa volontà, incapace di modificare i suoi piani.

Solamente una cieca, incomprensibile fede può determinare l’uomo alla sudditanza di un Dio del tutto arbitrario, che avendo “ab aeterno” tutto previsto, lascia che tutto si verifichi, inclusa la ribellione degli angeli, il peccato originale, l’atroce supplizio della croce per il Figlio.

La ragione umana rifiuta di accettare che sia “giustizia” il giudizio arbitrario di Dio per l’umana gente, considerata la sproporzione tra la “laesio”, che Dio avrebbe potuto evitare solo se avesse voluto, e la “satisfactio”. L'uomo razionale rifiuta di sottostare al Verbo di un Dio incomprensibile, a credere in ciò che si rivela assurdo.

Dio, che incarica i demoni a istigare al peccato gli uomini, è responsabile per commissione della rovina escatologica di chi subisce tale prevaricazione. Il Presciente non poteva ignorare la futura ribellione di parte degli angeli. Dio, perciò, preconoscendola, preconosceva anche l’utilità che ne avrebbe potuto ricavare. Infatti, ha voluto gli angeli malvagi per servirsene. Ha voluto il male per contrapporlo al bene. Ha voluto i malvagi per soddisfare gli eletti del Cristo Redentore.


Dio è colpevole del proprio peccato originario.


 Lucio Apulo Daunio







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